Beatificazione di sr. Irene Stefani, missionaria della Consolata
di Sr. Simona Brambilla e P. Stefano Camerlengo - 13-06-2014
I suoi africani la chiamarono “Nyaatha”, ‘donna tutta compassione, misericordia, bontà’.
Nepi-Roma, 13 giugno 2014
Carissime
Missionarie e carissimi Missionari,
è con profonda commozione e intensa gioia che veniamo ad annunciarvi un evento
di grazia che ci tocca tutti e tutte!
Ieri, 12 giugno 2014, Papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto
per la Beatificazione di
Sr. Irene Stefani, Missionaria della Consolata, nata Anfo (Brescia, Italia) il
22 agosto 1891 e morta a Gekondi (Nyeri, Kenya) il 31 ottobre 1930.
Vogliamo esprimere tutta la nostra gratitudine al Signore che, nell’anno dedicato al Fondatore, il Beato Allamano, vuole farci dono del riconoscimento della santità di una delle sue figlie, Irene! Gioiamo assieme della gioia umile e intensa che sprigiona il Vangelo, quella gioia dei piccoli ai quali al Signore piace rivelare i suoi misteri! Cantiamo assieme il Magnificat, ovunque siamo, sparsi e sparse per il nostro mondo missionario! Magnificat perché il Signore ha fatto grandi cose nella sua umile serva, Irene! Magnificat perché ce l’ha donata come sorella e madre, come compagna di cammino verso la santità fatta di tanta carità vissuta nel quotidiano e nelle situazioni più concrete!
Vogliamo brevemente far memoria grata dell’itinerario della causa di
beatificazione delle nostra sorella.
Nel 1984, la Direzione Generale delle Missionarie della Consolata decide di
avviare il processo per la Causa di Beatificazione e Canonizzazione di Suor
Irene Stefani. Viene nominato come Postulatore della causa P. Gottardo
Pasqualetti, IMC. Parte l’Inchiesta giuridica sulla vita e la fama di santità di
Sr. Irene, che si svolge in due diocesi:
- a Nyeri (Kenya): dal 30 marzo 1984 al 26 novembre 1986;
- a Torino: dal 19 ottobre 1984 al 30 ottobre 1988.
Consegnata la documentazione di ambedue i procedimenti alla Congregazione delle
Cause dei Santi, ne viene dichiarata la Validità giuridica, il 29 gennaio 1993.
Viene, quindi, preparata la “Positio”, cioè la documentazione ordinata sulla
vita di Sr. Irene, nel contesto storico e dell’Istituto, sulla vita consacrata,
l’attività missionaria, gli scritti, le virtù. Consegnata al medesimo Dicastero
nel 1996, la Positio fu sottoposta all’esame della Commissione dei Teologi, che
diedero la loro valutazione sulla Serva di Dio, il 7 maggio 2010. Passò quindi
alla Riunione “Ordinaria” dei Cardinali e Vescovi della Congregazione, il 15
febbraio 2011. Ottenuto il parere positivo di ambedue a pieni voti, con
l’autorizzazione del Papa Benedetto XVI, il 2 aprile 2011 viene emanato il
decreto “sulle virtù teologali, cardinali e annesse, esercitate in grado eroico”
da Suor Irene Stefani, dichiarata Venerabile.
Venne quindi preso in considerazione il miracolo attribuito alla intercessione
di Suor Irene Stefani. Si tratta della moltiplicazione dell’acqua del fonte
battesimale della chiesa parrocchiale di Nipepe (Diocesi di Lichinga, Niassa,
Mozambico), di cui si servirono i catechisti di varie parrocchie della diocesi,
riuniti per un corso formativo assieme al Parroco, P. Giuseppe Frizzi IMC, e
rimasti segregati nella chiesa di Nipepe, nella quale accorsero anche persone
del paese, a causa della belligeranza tra le due fazioni Frelimo e Renamo,
che seminavano devastazione e morte. Si tratta di circa 260 persone, inclusi
molti bambini che scorrazzavano nella chiesa nel periodo più caldo dell’anno,
gennaio 1989. Fu invocata Suor Irene e si ebbe acqua sufficiente per tutti i
rifugiati in chiesa per tre giorni e mezzo, e non solo per bere, ma pure per
rinfrescarsi dal sudore e anche per lavare una bambina nata in quella
circostanza e chiamata Irene. Non vi era nessun’altra possibilità di fornirsi di
acqua e il catechista Bernardo diede il permesso di servirsi di quella del fonte
battesimale, che essi, dicono gli interessati, non avrebbero mai avuto l’ardire
di toccare. Si tratta di un fonte battesimale scavato in un tronco di albero,
con numerose crepe, per cui perdeva molta acqua. Alla fine della segregazione,
il responsabile della parrocchia, P. Frizzi, si accorse che il pavimento attorno
al battistero era molto bagnato. Stupito, fu informato dalla gente di quanto
era avvenuto. I tecnici hanno valutato che all’inizio della prigionia non
dovevano esserci più di quattro, al massimo sei, litri di acqua nel tronco
scavato. Suor Irene, e solo lei venne invocata ogni giorno per la salvezza dei
catechisti. I testimoni presenti continuano a ripetete, in vari modi: “Per
intercessione di Suor Irene siamo salvi”, “Lei ci ha ascoltato e aiutato”; “è
stata madre Irene a fare il miracolo”, e così via.
La documentazione sul miracolo è stata raccolta nel processo ecclesiastico che
si è svolto su richiesta del postulatore accolta dal Vescovo di Lichinga, Dom
Elio Greselin, che istituì il tribunale che dal 18 al 26 luglio 2010, interrogò
i testimoni e due periti tecnici. Anche in questo caso, la documentazione
portata alla Congregazione delle Cause dei Santi, è stata dichiarata valida, ma
è stata chiesta, il 20 giugno 2011, una ulteriore indagine suppletiva, per
interrogare anche alcuni dei militari presenti nella vicenda e altri tecnici o
responsabili della Chiesa. Da Roma, poi, fu richiesto il parere di due altri
tecnici come periti “legali”. Vi fu poi la riunione della Commissione dei periti
e medici del Dicastero delle Cause dei Santi, e quindi dei teologi, e infine dei
Cardinali e Vescovi, il 20 maggio scorso. In tutti i vari passaggi non si è
avuto nessun parere negativo o incerto, cosa non abituale, ma tutti hanno
ritenuto che “non vi è alcuna spiegazione naturale e plausibile di questo
fenomeno”, tanto più che “non ci fu razionalizzazione né alcuna economia
nell’uso dell’acqua, anzi al contrario ci fu dispersione di acqua caduta da
tutte le parti intorno al fonte”. Si ritiene quindi che avvenne qualcosa di
straordinario o soprannaturale. La fase processuale dell’inchiesta si è conclusa
oggi con l’approvazione definitiva del Papa, che apre la strada alla
Beatificazione.
Carissimi/e, oggi è il giorno del Grazie!
Grazie
a Dio, alla Consolata, al Fondatore che ci donano la gioia di riconoscere in Sr.
Irene una sorella che ha vissuto in pienezza il nostro carisma!
Grazie a tutti coloro che hanno contribuito in diversi modi alla causa di
beatificazione!
Vogliamo qui ricordare alcune missionarie e alcuni missionari che hanno
accompagnato più da vicino la vicenda di Sr. Irene: Sr. Gian Paola Mina
(1917-2000) che scrisse la memorabile biografia di Sr. Irene Gli
Scarponi della Gloria (1983); Sr.
Leottavia Zoller, che da decenni segue da vicino e con amore la causa, prima
come responsabile del Centro Studi Suor Irene, e in questi ultimi anni
continuando a collaborare a tale servizio con la attuale responsabile, Sr.
Margarita Bedoya Garcia; P. Gottardo Pasqualetti, Postulatore della causa, che
fin dall’inizio, con dedizione e competenza, accompagna le varie fasi del
processo; Sr. Krystyna Jaciów, che collaborò con P. Pasqualetti alla stesura
della Positio; P. Giuseppe Frizzi, parroco della parrocchia di Maúa e, al tempo
del miracolo, anche di quella di Nipepe, che assieme ai catechisti ha invocato
l’intercessione di Sr. Irene in quel drammatico frangente di guerra, ha creduto
nella santità di Sr. Irene e ne ha sostenuto la causa di beatificazione; altri
confratelli e consorelle che in molti modi hanno testimoniato il loro supporto
alla causa e hanno coltivato con Irene un rapporto di fiducia, di scambio
spirituale, di amicizia nell’unico carisma. GRAZIE!!!
Appena possibile vi faremo conoscere i passi concreti verso la Beatificazione, i
tempi e il luogo. Che l’itinerario che ci porterà ad essa possa diventare per
noi tutti occasione di rinnovato slancio missionario, nella semplicità, nella
carità fraterna, nella gioia evangelica!
In comunione, con gioia,
Sr. Simona Brambilla, Superiora Generale MC
P. Stefano Camerlengo, Superiore Generale IMC