Ottobre 2013 MAÚA
Il
mese di ottobre è stato carico di avvenimenti in questo angolo di mondo
della missione di Maúa.
Ottobre è molto sentito come mese del Rosario e mese Missionario.
Mese del Rosario
Il Rosario è pregato in forma comunitaria, in piccoli gruppi familiari.
Ogni nucleo si organizza e stabilisce l’orario di preghiera e lo
comunica alla Parrocchia.
Questo permette ai gruppi ecclesiali, specialmente ai giovani, di unirsi
ora ad uno ora ad un altro gruppo portando la freschezza della
loro fede. Molto sentita è anche la visita del parroco ad ogni nucleo,
diventando un momento di visita pastorale, di ascolto e di
rinnovamento della vita cristiana e di incontro con i malati.
Altra tradizione mariana di Maúa è la preghiera del Rosario, prima
della Messa Domenicale, o della celebrazione della Parola.
La celebrazione della Parola, alla domenica, è una realtà abituale per
le oltre Cento Comunità di Villaggio, ma anche per la Chiesa
parrocchiale, perché i due sacerdoti, padre Giuseppe Frizzi e padre
Edilberto Maza, di domenica vanno nelle comunità e solo una volta al
mese – o quasi - celebrano qui nella sede della missione. Questa è la
realtà, penso di tutto il Mozambico.
Ma, ciò non toglie nulla alla solennità delle celebrazioni, grazie alla
preparazione degli animatori di comunità, che guidano la liturgia, con
la partecipazione attiva della comunità.
Mese Missionario
Sinceramente non so da che parte cominciare. Tanti gli eventi.
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La Celebrazione del 21 Anniversario dell’Accordo di Pace che mise fine
alla guerra civile dei “sedici anni”.
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La missione Giovani per i Giovani nelle comunità di villaggio
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il 25º della fondazione della Parrocchia di San Luca Maúa, 50º di
Professione di suor Caritas Barri e di Padre Frizzi.
4 Ottobre Festa Nazionale della Pace
Da qualche anno, il 4 ottobre, festa di San Francesco di Assisi, è Festa
Nazionale, molto sentita, perché ricorda il dono della Pace, firmata a
Roma nel 1992, che mise fine alla guerra civile, scoppiata subito dopo
l’Indipendenza. Quest’anno però ha avuto una nota triste. Il malcontento
per la disuguaglianza nella distribuzione dei benefici dello
sfruttamento delle risorse minerarie, e alla subdola ma sensibile svolta
del partito al potere verso forme larvate – mica tanto poi – di
strapotere, ha fatto impegnare a qualcuno le armi, provocando
repressione... Pace, pace: la gente sente i brividi al solo pensare che
ci possa essere un ritorno alla guerra! E qui a Maúa, la guerra è stata
terribile! La giornata è trascorsa invocando la pace, come dono di Dio,
e buona volontà, di maggior giustizia.
Missione Giovani per i Giovani
Tutto è nato durante una giornata di Ritiro del Gruppo parrocchiale
Giovani di San Luca, del quale faccio parte, non per età.. ma come
assistente insieme al giovane padre Edilberto, e a mamma Ester e papà
Camillo, due adulti esemplari e discreti.
Durante la riflessione, favorita da un clima di distensione ai piedi
del montagna Nivaca, furono affrontati i problemi dei giovani,
problemi di sempre, ma accentuati dal cambio culturale in atto, per cui
la formazione tradizionale è insufficiente. Ad un certo punto i
giovani, entusiasti dell’esperienza, fecero la proposta di visitare a
tappeto le Unità Pastorali della Comunità di villaggio, per dialogare
con i giovani, e insieme affrontare il problema giovanile.
Questo ha un costo non indifferente: nessuna Unità è raggiungibile a
piedi. Come fare? Chi sostiene la spesa? Problema risolto immediatamente
perché a padre Edilberto venne l’idea di organizzare le sue uscite
domenicali, in Land Rover, portando con sé, ogni volta il gruppo
missionario.
Ed è così che è cominciata la Maratona Missionaria Giovani, che
terminerà l’anno venturo dopo le piogge, tenendo conto di eventuali
interruzioni quando, durante le piogge, le strade possono essere
intransitabili!
L’iniziativa ha avuto più successo di quanto si sperava, perché ha
mobilizzato bambini e adulti che- a dispetto delle distanze per
raggiungere il punto di incontro – si sono messi in cammino per
partecipare in qualche modo alla Missione Giovani.
Ci siamo così trovati ad improvvisare, soprattutto l’Oratorio” per i
bambini, per intrattenerli. Purtroppo per un mio clic sbagliato sulla
macchina fotografica ho annullato tutte le foto, salvandone solo
qualcuna che avevo scaricato. Ed eccole.
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A Mukopo, in attesa dell’arrivo delle comunità lontane.
Suor Dalmazia e la giovane Dalmazia... in posa. Da lontano si
intravedono alcuni giovani-.
Graciete e Analisa, con l’oratorio improvvisato
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Giornata Missionaria Mondiale
La Giornata Mondiale Missionária è stata veramente eccezionale, qui a
Maúa, per le tre celebrazioni: 25º di fondazione della Parrocchia San
Luca, Professione d’Oro del Parroco, Padre Frizzi, e di suor Caritas,
entrambi missionari della Consolata con 90 anni di missione di Mozambico
in due!
25º Fondazione della Parrocchia di San Luca – Maúa Sede
L’evangelizzazione
di Maúa è iniziata nel 1940 ai piedi del monte Mukopo, ad opera dei
missionari e missionarie della Consolata che costruirono la missione
del Sacro Cuore di Maúa, dove io stessa giunsi nel gennaio del 1965, al
mio arrivo in Mozambico. Era una missione vivace, con le classiche
opere: scuole, ospedale, promozione della donna, cappelle....
Sono ancora vivi alcuni dei primi cristiani, allora ragazzini, come
Bernardo, il 20 esimo battezzato, catechista infaticabile, che
ultraottantenne, piegato in due, arriva ancora in chiesa in bicicletta,
da dieci chilometri.
In seguito alla nazionalizzazione delle opere e più tardi anche della
interdizione al culto e ad ogni pratica di pastorale, nel 1982,
missionari e missionarie si trasferirono nela cittadina di Maúa, quasi
come semplici cittadini, operando attraverso gli animatori nella
semi-clandestinitá. Una storia lunga, sofferta anche perché,come se ciò
non bastasse arrivò nella zona la Guerra civile, in forma estremamente
acuta.
Unico raggio di sole, piano piano in tutto il Mozambico ci fu il disgelo
in relazione alla libertà religiosa ed allora i cristiani pensarono
subito di costruire la chiesa. Notare che la regione era completamente
isolata. I pochi rifornimenti che arrivavano, erano quelli della Caritas,
che portava di tanto in tanto sapone e sale... e poco altro.
Si arrivò così al 1987. I cristiani decisero di costruire la chiesa al
centro della cittadina. Ottenuti i dovuti permessi le comunità si
attivarono.
Scriveva padre Frizzi, protagonista dell’avventura: "Ogni piccola comunità di villaggio, collaborò con
·
500 grossi mattoni cotti al sole, in totale di 16.000
·
100 bambus, per l’intelaiatura in 3.200
· rotoli
di corda di liana e lavoro volontario senza alcuna rimunerazione".
Così, senza un sacco di cemento, seguendo le tecniche tradizionali, e
con materiale locale, in pochi mesi è sorta la Chiesa dedicata a San
Luca, avendo per architetto padre Franco Gioda.
Il 18 ottobre del 1988, Giornata Missionaria e Festa di san Luca, padre
Gioda, primo parroco, benedì la nuova chiesa e celebrò la prima santa
Messa.
Da allora la chiesa è aperta al pubblico. La costruzione è ancora
solida, anche se avrebbe bisogno di qualche ritocco al tetto, coperte di
tegole, “cotte”, recuperate, una ad una, dalle costruzioni andate in
rovina nella Missione del Sacro Cuore, specialmente quelle della casa
delle suore.
Ed in questa Chiesa Padre Frizzi e Suor Caritas hanno celebrato il loro
50º di vita religiosa missionaria. Ed ecco alcune foto.
Momento
del Teatro che narra la vita del Beato Giuseppe Allamano, Fondatore dei
Missionari e Missionarie della Consolata...
Alla festa hanno partecipato quasi trecento persone. Menu: capretto,
maiale e riso per tutti... |
Entrata della processione per la santa Messa
Sacerdoti all’altare: le decorazioni e le suppellettili sono tutte opere
di artisti locali, incluso il Crocefisso, ricavato da un tronco, è un
pezzo unico, senza chiodi o colla...
Padre
Frizzi Giuseppe, bergamasco, e suor Caritas Barri, comasca, alzano la
candela della loro fedeltà con la gioia di 50 anni di donazione a Dio e
alla Missione
All’offertorio ricevendo piccoli doni e tanta riconoscenza dalla gente.
Il taglio della torta, per
la festa sono arrivate le missionaria di Marrupa, di Montepuez, e la
superiora di Maputo. |
Novembre 2013 Maúa
Novembre é il mese più caldo specialmente nel nord del Mozambico.
Secondo quanto raccontano... era il mese delle piogge, ma negli ultimi
anni è il mese della vana attesa della prima pioggia...
E fu così fino quasi la fine del mese, quando ormai si stava al limite
della attesa, soprattutto perché nei pozzi l’acqua spariva. E la
mancanza d’acqua è terribile come la mancanza di alimenti, se non di
più.
In Mozambico, questo é il
mese che, come per miracolo, i mangos maturano ed essendo frutti
saporosi e nutritivi, fanno fiorire specialmente i bambini, che ne
fanno scorpacciate, e diventano belli lucidi.
L’acquazzone sperato è arrivato nel pomeriggio della festa di Cristo Re:
che benedizione! Due o tre giorni dopo il panorama è cambiato: davvero è
fiorito il deserto. La pioggia è stata tanta, per diverse ore
battente, da portarsi via anche le zanzare che aspettavano anche loro la
pioggia per invaderci: doppia benedizione. In giro non vi vedeva quasi
nessuno: tutti a seminare nei campi con la speranza di un buon raccolto.
A livello politico due eventi:
1.
L’incremento della violenza: in certi tratti della strada
principale – unica – che lega il nord al sud del Paese, si viaggia in
colonna militare, dopo il susseguirsi di imboscate. Chi spara? E’
sempre difficile dirlo. Perché invece di DIALOGARE, si fanno
rappresaglie insensate? Mistero della storia umana.
2.
Contemporaneamente ai disordini fra governo e fazioni, nelle
grandi città esplode l’insicurezza, addirittura i rapimenti di
persone... E la gente si mobilita in una grande marcia pacifica di
centinaia di migliaia di persone chiedendo la presenza dello Stato, del
Governo che sembra sordo al grido del popolo.
3.
Le votazioni amministrative, non in tutto il territorio, ma nei
MUNICIPI, cioè nelle città che abbiano almeno 40 – 50 mila abitanti. E
qui si è verificata la prima grande sconfitta del partito al potere
nelle tre capitali di Provincia del Centro e del Nord: Beira, Quelimane,
Nampula). La stessa Maputo ha rischiato: quasi non si crede al coraggio
dell’opposizione aperta. |
manifestanti per la pace
donne per la pace
comizio elettorale |
Maùa,
Natale 2013
Carissimi,
da
pochi giorni è iniziato l’Avvento, il tempo liturgico che ci conduce al
Natale nel clima di attesa e di desiderio di incontrarci con Gesù
Bambino e tra noi in famiglia, con le persone care.
Non fa
eccezione il Mozambico, dove a questa attesa se ne aggiungono altre:
quella della pioggia che fa germogliare i semi di granoturco, riso e
fagioli, ma anche di cotone e di tabacco. Sono queste le due colture che
permettono di avere un’entrata alle famiglie.
Qui la pioggia sta al Natale come la neve in Italia, con la
differenza che invece di imbiancare la natura, la riveste di verde, di
fiori, di frutti. Nei campi baciati dalla pioggia e dal sole, le colture
crescono a vista d'occhio.
Per me
non è stato facile, all'inizio, trovarmi a vivere un Avvento senza neve,
freddo e gelo, bensì con temperature sopra i 30 gradi.
Ma, ce l’ho fatta. Anche in questo riconosco che il Signore,
conoscendo i cuori, sa toccarne le corde. E così, nonostante le
diversità, si vivono all’unisono le gioie della fede, della liturgia, le
emozioni del Natale. Ed è questo un bellissimo dono di Gesù Bambino ai
suoi missionari.
Un
altro Suo dono, seminato in Avvento, che fiorirà a Natale, e maturerà
a Pasqua, è l’inizio del Catecumenato, cioè del cammino verso il
Battesimo, di quanti chiedono alla Chiesa di diventare cristiani. Ogni
anno, e direi sempre più numerosi, sono gli adolescenti e i giovani che,
raggiunta l’età di poter scegliere, chiedono di diventare cristiani.
Davvero, come dice Papa Francesco, il Vangelo è Gioia e Gesù non cessa
di attrarre a sé. Sono 50 anni che provo questa gioia. E di questa sento
il bisogno di ringraziare tutti voi che ci seguite con la preghiera e
donandoci la possibilità di rimanere in Missione, testimoniando con le
parole e le opere, quanto il Signore Gesù ami ciascuno di noi,
desiderando di abitare nel nostro cuore e di formare comunità fraterne.
Grazie infinite a ciascuno.
Insieme
a Suor Roselda di Montepuez, a Suor Schmitz di Massinga, auguri
vivissimi di Buon Natale e Buon Anno e che la gioia di Vivere e
Annunciare il Vangelo ci unisca sempre più.
Suor Dalmazia Colombo
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Carissimi bambini e famiglie,
stamattina andando alla Messa, erano le 5,10 ed il sole era
già spuntato perché qui è estate, mi sono venuti incontro sorridenti due
bambini: Felizardo di 5 anni e la sorellina Acasha, di 4 anni. Il
ragazzino, aiutandosi con la camicina, teneva tra le braccia 5 grossi
manghi maturi, mentre la piccola, con aria di donnina, ne sorreggeva tre
in testa: “Sono per la colazione dei nonni, del fratellino e della
mamma”. Loro due, al primo chiarore, erano saltati giù dal letto o
meglio, saltati su dalla stuoia e erano andati a far colazione con i
famigliari sotto gli alberi di mango.
Li ho
abbracciati e mi sono ricordata di quel passo del Vangelo nel quale, a
Gesù che chiedeva se qualcuno avesse qualcosa da mangiare, l’apostolo
Andrea rispose: “C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due
pesci”. “Ma che cos’è questo per tanta gente?” (Gv 6,8-9). Gesù invece
li moltiplicò tanto che “tutti furono saziati”.
Ho pensato anche a voi che, come i bambini di tutto il
mondo, avete “sempre un soldino” da donare per la gioia di quanti
ne hanno bisogno, così come ho visto fare tante volte dai bimbi del
Mozambico, che dividono fra loro anche una caramella e se non hanno il
“soldino” all’offertorio della domenica, portano una ciotolina di
farina o di riso.
Suor Dalmazia Colombo
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momento dell'offerta dei bambini
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