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onda dal peru' n 13 ONDA TRAVOLGENTE |
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Sabato Santo, 7 aprile E’ tranquillissima la mattina del Sabato Santo, con poche persone riunite a recitare le lodi in una chiesa totalmente spoglia: Gesù é nel sepolcro, non c’é vita. La cattedrale viene chiusa alle 9 e tale resterà fino alla sera in questo sabato speciale chiamato “sabato di gloria”, il 7 aprile 2012. Prendo le cose con calma, cammino per la città, vado verso il lungomare avvolto in un silenzio irreale, con poche persone anche al supermercato Plaza Vea. All’altezza dell’Ospedale Regionale incontro un dottore che con un tono preoccupato mi dice: “Padre, preghi un po’ per una famiglia sconvolta. Mi hanno appena chiamato al cellulare per dirmi che non trovano un giovane medico, molto bravo e buono, scomparso nelle acque dell’oceano”. Dal quel sabato santo alle ore 12,15 inizia il dramma di una ricerca senza esito. La cronaca dice che il dottor Ciro aveva portato tutta la famiglia, una sposa e due figlie, al mare per un momento di relax. Si era tuffato nel mare pur agitato, forte della sua capacità atletica. Sotto gli occhi dei suoi, impotenti sulla spiaggia, un’onda terribile lo trascina verso l’alto mare fino a sparire dalla loro vista. Dal cellulare della sposa Maria parte il primo grido di soccorso. Comincia la tragedia tra panico e speranza di ritrovare questo medico di 35 anni sul punto di iniziare una brillante carriera.
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il Risorto e Maria
la spiaggia |
Catena di preghiera con candeline accese. Vivo con intensità i giorni della ricerca mentre in me rivivono i ricordi familiari dei miei fratelli Giuseppe e Giovannino, spariti anche loro in un momento di relax. Già é passata una settimana e gli amici dell’ospedale vogliono fare una veglia di preghiera nella piazza davanti alla cattedrale. E così tanta la gente – circa 500 persone – che si decide di entrare in Chiesa, in modo spontaneo. Noto che quasi tutti portano una candelina, ma non so come gestire la preghiera. Il cero pasquale di Cristo Risorto mi ispira le parole e un gesto: spegnere tutte le luci della chiesa e accendere tutte le candeline dei fedeli cominciando da quella della moglie perché questa piccola luce non spenga la speranza. E’ un’altra notte pasquale con la chiesa illuminata dal tenue chiarore della candeline. Dall’altare parte la processione con le candele accese fino al centro della Piazza d’Armi. Il giornale locale Chaski così riporta: “La sposa Maria, come in tutti i giorni della instancabile ricerca, cercò di mostrarsi forte pur con le lacrime che scendevano sulle sue gote mentre ascoltava le parole del parroco. - Ciro é con nostro Signore, dal cielo ci darà la forza per affrontare questo momento-“. Con queste parole padre Antonio benedisse la fotografia del dottor Tello nel centro della Piazza della città.
le onde traditrici
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Ciro, el doctor
sulla spiaggia |
Sant’Antonio, aiutaci Passano i giorni, con tutti mezzi la capitaneria del porto intenta localizzare almeno il corpo, mentre la moglie ogni giorno percorre la costa con una speranza nel cuore. Nessuna traccia e la disperazione comincia a entrare nel cuore mentre si scandaglia la profondità del mare e si cerca metro per metro per cinquanta chilometri di costa. Un’amica di famiglia e la mamma della sposa tornano in Cattedrale con una richiesta che mi sembra strana: vogliono portare alla casa di Ciro il Bambinello che sta tra le braccia di Sant’Antonio di Padova. Le devote del Santo dell’Ordine Francescano sono d’accordo, manca il mio permesso. Dopo un attimo di perplessità dico alle signore: “E’ il Santo giusto, anche lui fu spazzato via dal mare in una tempesta e per questo era finito mezzo morto sulla spiaggia di Messina, così lontano dal suo Portogallo. Invochiamolo: Sant’Antonio aiutaci a trovare Ciro!” Un piccolo strano miracolo avviene –ognuno lo valuti come desidera- nel giro di 24 ore dalla presenza del Bambino Gesù nella casa: un giovane che faceva jogging sulla spiaggia intravvede il corpo di Ciro fluttuante tra le onde. Sono passati 21 giorni e si ritrova a pochi centinaia di metri dal luogo della scomparsa, probabilmente risucchiato da un vortice per la presenza di una depressione di 258 metri in quella zona. Non si cancella il fatto tragico, ma per lo meno si calma l’angoscia che stava distruggendo la famiglia. Ci sono altri giorni faticosi per il funerale, con una marea di gente a testimoniare la bontà d’animo di questo giovane medico. Gli interrogativi sulla dinamica del fatto non cambiano la realtà di una giovane donna con due figlie che dovrà trovare in se stessa la forza per continuare. |
manifesto in Plaza Armas
Ciro e don Antonio
l'avvistatore |
Un seminarista di 17 anni Un’altra onda anomala colpisce la comunità di Huacho. Nel pieno dell’entusiasmo per iniziare il secondo anno di filosofia, il giovane Max Neyler accusa un fortissimo mal di testa. I calmanti tradizionali non danno nessun effetto e la crisi precipita tanto da costringere a portarlo di urgenza all’Ospedale Regionale dove però entra in coma. Meningite cerebrale acuta che blocca il corpo atletico di Max. Sarà il Vescovo stesso a mettersi in movimento, davvero cercando di contattare tutti gli specialisti e le ultime tecnologie per farlo risvegliare. Alla Clinica San Felipe di Lima lo sottopongono a due delicatissime operazioni che ridanno una momentanea speranza. Max però non reagisce, la sua freschezza giovanile non riesce a esprimersi. Lenti e inesorabili passano 41 giorni, con tutta la Diocesi in preghiera, ma i piani di Dio sono diversi dai nostri e il cuore di Max si ferma il 23 aprile. Al funerale nella Cattedrale di Huacho ho visto la fermezza dei genitori e il coraggio dei fratelli, mentre la sorellina di solo quattro anni si muoveva irrequieta tra tanta gente. Pochi mesi prima Max aveva mandato una lettera ai suoi genitori, che vivono nella Selva Amazzonica, scrivendo: “Il mio unico desiderio é di continuare il cammino del Signore, conoscendolo, amandolo e servendolo”. Un’altra piccola luce si é accesa nel cielo.
ultima foto di Max |
Max
Max tra i seminaristi |
Un sogno verso l’Italia Chi non vorrebbe andare in Italia e magari incontrare anche il Papa? Così hanno sognato 15 famiglie con il sostegno di altre famiglie milanesi che ne hanno favorito la realizzazione. Occasione stupenda: l’incontro mondiale delle famiglie a Milano ai primi di giugno. Quante, quante, quante pratiche burocratiche per strappare un “visto di cortesia” all’Ambasciata Italiana in Lima. Alla fine conta il risultato, in questo caso di vittoria. Il soggiorno é stato dal 27 maggio al 7 giugno, breve ma sufficiente per dare a queste 15 famiglie una carica di gioia.
Gruppo Huacho per Milano Dalla mia parrocchia sono partiti Genny e Javier Muñoz. Alla Malpensa sono stati accolti calorosamente dagli amici di Cerro Maggiore, per poi trascorrere gli ultimi giorni a Sedriano da Ermanna e Peppino. Le parrocchie hanno fatto del loro meglio, vincendo il problema della lingua con il sorriso e le stesse radici di fede. Sono tornati sconvolti dal fuso orario, ma con negli occhi e nel cuore un entusiasmo sia per la loro vita di famiglia che per un impegno apostolico rinnovato. E’ stato un costo finanziario per loro, alleggerito dall’appoggio della parrocchia di Cerro Maggiore a cui esprimono riconoscenza.
con Genny e Javier Muñoz
figli in Perù
figli in Italia Con i figli Jenny e Javier io ho seguito da qui tutti i loro spostamenti, utilizzando i mezzi moderni, compreso Youtube. Stanno preparando un video e una intervista sul loro viaggio. Lo metteremo su Facebook con la sigla: San Francesco DI Assisi .
con Ermanna
con Peppino
gita sul lago di Lecco |
accoglienza a Cerro Maggiore
accolti in famiglia
l'accoglienza
in Piazza Duomo
all'Arco della pace
con altri partecipanti
Ermanna, don Brigatti, parroco di Sedriano, e Genny
arriva il papa
l'altare papale |
Parliamo di calcio Le notizie sul calcio della nazionale peruviana sono tristi. E’ l’ultima della zona Latinoamericana per i mondiali 2014 del Brasile. Non riesce a decollare pur avendo vari giocatori nei campionati di Europa, in modo particolare l’ultimo acquisto del Bayern Monaco con l’attaccante Paolo Guerreo. Dopo l’ultima sconfitta per 4-2 con l’Uruguay un giornale sportivo propone la clonazione del giocatore per farne 11 copie: “Clonemos a Paolo!”. Ma sempre preferisco il calcio vero, quello dell’oratorio! Non ho più l’età per dare calci al pallone e nemmeno ho il tempo per fare l’allenatore, così dedico una ora al giorno per creare uno spazio sportivo. Lascio l’ufficio parrocchiale a mezzogiorno e vado verso la campagna che circonda la città, e lí con due operai tuttofare abbiamo creato dal nulla del deserto arenoso una realtà simpatica, chiamata”Estadio 70”.
Tutto é pronto per l’inaugurazione con un programma fittissimo e molto diversificato con un quadrangolare di calcio e di pallavolo di altissimo livello agonistico, coinvolgendo la squadra dei preti, quella del Sindaco, quella del Comandante della Polizia e del Capitano della Marina. Le università invece si cimenteranno nel torneo di pallavolo.
Tutto é sotto lo sguardo della Madonna della Pace, un quadro in mosaico che c’era nella stanza dei genitori e che mi ha visto nascere. Lo stile oratoriano di don Bosco si unisce al motto di Paolo Bortolin, nella cui memoria la famiglia milanese ha sostenuto il progetto: “Saper resistere e mai cedere”.
Paolo Bortolin, 1945 – 2010
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Paolo Bortolin
futuri campioni
abbiamo vinto noi!
Madonna della Pace |
La scuola cresce Per scuola intendo il corso di italiano iniziato alla chetichella 4 anni fa, ora pronta a presentare i suoi primi sette alunni all’esame dell’Ambasciata Italiana. Quasi cento si sono iscritti al primo trimestre ma non hanno perseverato arrivando in 57 all’esame del primo livello. Non é rientrata la signora di 90 anni per problemi di salute, ma ci abbiamo guadagnato dall’altro estremo dell’anagrafe con l’iscrizione di un bambino di 7 giorni. La mamma Ninfa ha frequentato fino a cinque giorni dal parto ed é tornato in classe dieci giorni dopo con il bimbo avvolto in fasce, in tempo per l’esame! Ora il piccolo Yhorman frequenta regolarmente, senza piangere, appoggiato al braccio sinistro della mamma che con la destra continua a prendere appunti.
bandiere al vento |
è tempo d'esami
il professore |
Vita religiosa sempre ricca Non sono riuscito a scrivere l’articolo sulla Settimana Santa 2012 e dovete accontentarvi di alcune foto della Messa del Gallo alle quattro della mattina di Pasqua. E’ sempre un’emozione unica. Non riesco a tenere il conto delle processioni che partono dalla Cattedrale e per ore e ore toccano gli angoli più diversi della parrocchia. Curiosa quella della Madonna Ausiliatrice festeggiata dagli immigrati dalle montagne delle Ande. Seguono le loro tradizioni con i loro ritmi e le loro danze che comprendono anche i diavoletti che danzano davanti alla Madonna. Fuori dal solito programma si é fatto protagonista un santo peruviano mulatto, canonizzato cinquant'anni fa da Papa Giovanni XXIII: San Martino di Porres, con la scopa in mano. Il passaggio delle sue reliquie ha mosso un alto numero di fedeli, nonostante la concomitanza della partita di calcio della nazionale. La sua umiltà e attenzione ai poveri ancora colpisce. Due sono state le processioni eucaristiche del Corpus Domini, qui piú conosciuto come Corpus Christi. Artistici e ricchi di simbolismo e di fede giovanile i tappeti di fiori preparati da venti scuole della città, tutti rigorosamente con simboli eucaristici. Solo il passaggio della portantina con il Santissimo poteva camminarvi sopra, quasi in punta di piedi perché gli studenti avevano trasformato la strada in un luogo sacro.
Corpus Domini Novità delle novità la processione con la statua di san Domenico Savio, il giovane di quattordici anni cresciuto alla scuola di San Giovanni Bosco. Il gruppo dei chierichetti da tre anni sta risparmiando per celebrare la sua festa, copiando minuziosamente come fanno le grandi confraternite. Ci sono riusciti, creando anche la curiosità: “Ma chi é quel bel ragazzo bianco che portano a spalle e che significa la frase ‘la morte ma non peccati’, scritta in italiano?”
l'infiorata S. Domenico Savio
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Domenica delle palme
San Martino entra in cattedrale
alba di resurrezione
per la processione di Pasqua
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Tensioni non mancano Non tutto é rosa e fiori nel campo sociale e politico. La ricchezza del Perú sta nelle sue miniere, ma da lì nascono i conflitti sociali violenti tra chi punta sull’oro e chi non dimentica che l’acqua é un bene preziosissimo e non si può inquinare. Due regioni sono in subbuglio con i suoi feriti e i suoi morti che si aggiungono a quelli di un risorgente gruppo estremista che controlla una zona amazzonica con piantagioni di droga. La saggezza e capacità del Presidente Ollanta Humala sono messe a dura prova alla vigilia del suo primo anno di governo. Se non sapete dove andare in vacanza, Macchu Picchu vi aspetta. Con un saluto. Don Antonio Colombo Huacho, 17 giugno 2012 |
le rovine di Macchu Picchu |
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