Il "Señor de los Milagros" per le vie di Milano |
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Ogni anno, in molte città e paesi di tutto il mondo, nel mese di ottobre, molte migliaia di persone seguono processionalmente, per ore ed ore, la piattaforma decorata di fiori con l’immagine del “Señor de los Milagros" (il Signore dei Miracoli), continuamente incensata, simbolo dell’ identità e della fede del popolo peruviano. |
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Da una decina d’anni, ad ottobre, in diverse città d’Italia: Roma, Milano, Torino, Genova, Firenze, Napoli… si realizza la Processione del “Signore dei Miracoli”, organizzata dalla comunità Latinoamericana, formata in buona parte, dalla prima e seconda generazione di immigrati Peruviani. Nelle domeniche 14 e 28 ottobre 2007, per le strade di Roma l’icona del “Signore dei Miracoli” ha “camminato” per otto ore. Le quadrilhas (gruppi composti da 32 uomini), si sono dati il cambio, ogni cento metri, per portare sulle spalle una piattaforma, dal peso di circa 900 chilogrammi, sulla quale era posta l’icona ornata di una raggiera dorata, e con quattro angeli argentati ad ogni angolo della piattaforma. Si stima che i partecipanti alla processione siano stati cinquemila. A Milano, invece, il 28 ottobre, erano ottomila i fedeli che hanno percorso, per quattro ore, le vie del centro portando in processione l’effigie del “Signore dei Miracoli”, un evento che ogni anno richiama una folla sempre più numerosa di fedeli peruviani, di altri Latinoamericani, residenti nel nord Italia e i Milanesi, tra questi, anche il cardinale Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo di Milano. La devozione al “Signore dei Miracoli” conta più di 350 anni ed è molto sentita dai Peruviani. Il flusso migratorio peruviano, presente in tutti i continenti, ha reso internazionale la devozione al “Signore dei Miracoli” e la processione in suo onore. L’effigie del “Signore dei Miracoli”, opera di Benito, uno schiavo angolano vissuto nel quartiere di Pachacamilla, a Lima, venne dipinta nel 1651 su di un muro di fango di una capanna ad uso di una confraternita (così erano chiamati i gruppi di mutuo aiuto organizzati dagli schiavi africani), l’intenzione, del pittore e degli associati, era di aiutare la gente a pregare e di donare ai fedeli la certezza di essere amati e protetti dal Signore. Il nome “Signore dei Miracoli” fu attribuito all’icona originale perché i terremoti, che più volte colpirono il Perù, la lasciarono indenne. Nel 1655, un sisma rase al suolo la parte più povera della capitale, abitata dagli schiavi. Ma la parete di fango dove era dipinta l’immagine del Cristo Crocifisso non crollò: questo episodio segnò l’inizio della venerazione del Signore “moreno” com’era allora chiamato. Il 20 ottobre del 1687, un maremoto seguito da scosse telluriche colpì Lima. La piccola cappella che era stata innalzata in onore della miracolosa immagine venne divelta dalle fondamenta, ad eccezione dell’altare maggiore, lasciando così intatto, ancora una volta, il Cristo Crocifisso. Fu in quel tragico 20 ottobre 1687, che per la prima volta, per le vie polverose del quartiere di Pachacamilla venne portata in processione una copia dipinta ad olio del “Signore dei Miracoli” e si stabilì che ogni anno, il 18, il 19 e il 20 ottobre, si facesse una processione in suo onore. Un altro terremoto, altrettanto violento, avvenuto il 28 ottobre 1746, distrusse gran parte della riedificata cappella e del monastero sorto nelle vicinanze, lasciando nuovamente indenne l’immagine miracolosa. La devozione al Cristo “moreno”, come è ancora oggi chiamato dai Peruviani, è mantenuta viva dalla “Hermandad”, una Confraternita fondata nel 1766 con il compito di organizzare la processione, scegliere e preparare gli uomini delle quadrilhas e le sahumadoras, donne che accompagnano il corteo incensando l’effigie con grandi turiboli. I membri della Confraternita tracciano anche i percorsi e le soste che la processione deve fare nella città di Lima: vicino agli ospedali, alle carceri, davanti ai luoghi delle pubbliche istituzioni e presso gli altarini preparati dalla popolazione per accogliere il “Signore dei Miracoli” e per dare la possibilità alla gente di rimanere in preghiera accanto all’icona. Anche nelle città italiane, i membri della Confraternita organizzano le soste che la processione deve compiere, a Milano, per esempio, si è fermata quattro volte, per la benedizione dei bambini: un gesto toccante, le mamme porgevano i piccoli ad un membro della “Hermandad”, che era sulla piattaforma, il quale li prendeva, li avvicinava all’icona e, poi, tenendoli stretti tracciava un largo segno di croce. Il 28 ottobre 2007 resterà memorabile per i Peruviani che abitano nel nord Italia, per le parole rivolte loro dal cardinale di Milano, Dionigi Tettamanzi: “Carissimi voglio darvi una notizia, che da tempo aspettate: aggiungerò al numero delle Confraternite della diocesi di Milano anche la vostra. Questo è un momento molto importante per la nostra città e per la chiesa milanese, perché per la prima volta una Confraternita straniera entra nell’antica istituzione religiosa delle Confraternite Ambrosiane. Sono sicuro - ha concluso l'arcivescovo - che da questo momento, voi fratelli e sorelle peruviani sarete pronti a vivere con rispetto e generosità l’appartenenza a questa istituzione religiosa milanese". Alle parole dell’Arcivescovo ha fatto seguito un comunicato della Curia arcivescovile ambrosiana: “L’auspicio è che la devozione al “Signore dei Miracoli”, simbolo dell’identità di un popolo latinoamericano, che è riuscita a coinvolgere anche cristiani non Peruviani, rappresenti un momento di fede e di tradizione profonde, significative e suggestive per molti”. A Lima, come in tutte le città del mondo, le comunità peruviane sostano in preghiera nelle chiese che conservano l’immagine del “Signore dei Miracoli”, e sperimentano la forza della solidarietà, come è avvenuto lo scorso ottobre, quando i fratelli e le sorelle nella fede di Milano, dopo aver pregato e partecipato alla processione, hanno raccolto fondi in favore della popolazione del Perù colpita, nei mesi scorsi, da un ennesimo gravissimo sisma. don Antonio Colombo
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Milano: le “quadrilhas” portano a spalle l’icona del “Signore dei Miracoli”. Milano: icona del “Signore dei Miracoli”. Milano: le sahumadoras incensano l’effigie con grandi turiboli
Milano: peruviani con i coloratissimi costumi nazionali |
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